Video game per la mindfulness

Articolo interessante che racconta un videogioco per ragazzi che ha come obiettivo di insegnare l’attenzione al respiro e quindi la concentrazione e la quiete.

Non è un vero e proprio gioco ma un prototipo per uno studio scientifico: ad un gruppo di ragazzi è stato dato questo gioco, ad un altro gruppo un gioco di riflessi e velocità.

Esaminando i due gruppi si è visto che il gruppo con il video gioco “mindful” aveva potenziato la sua capacità di concentrazione (anche a livello cerebrale).

PS: il mindful design di app, prodotti digitali e di giochi è nelle nostre corde: se sei interessat* scrivici! 🙂

Per l’articolo originale vedi:
https://news.wisc.edu/mindfulness-video-game-changes-areas-of-the-brain-associated-with-attention/

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Un respiro alla volta – Salzberg

Ogni respiro è una possibilità di ricollegarsi al momento presente. Lo facciamo quando stiamo seduti a meditare ma possiamo usare questa àncora anche nella vita quotidiana, con le pratiche informali.


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Il body scan riduce lo stress

Un nuovo studio scientifico dimostra come la pratica meditativa del body-scan sia capace di ridurre lo stress.

La meditazione del body-scan è una delle pratiche principali della mindfulness e insegna a portare la nostra consapevolezza alle sensazioni del corpo.

Diventando consapevolevi del nostro corpo abiamo uno strumento molto utile per “uscire dalla mente” e riportarci al presente. Inoltre impariamo ad ascoltare il nostro corpo e quindi ad acquisire uno stato di maggiore unità e quiete.

Un recente studio scientifico mostra come questa meditazione riesce a ridurre degli ormoni associati allo stress: il cortisolo e il DHEA (dehydroepiandrosterone).

Articoli di approfondimento:

articolo scientifico: Effects of an 8-Week Body Scan Intervention on Individually Perceived Psychological Stress and Related Steroid Hormones in Hair.

– articolo divulgativo: How the Body Scan Meditation Practice Reduces Biological Stress.


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Osservare la bellezza

La mindfulness non ha come obiettivo il distacco dal mondo o il diventare dei guru indifferenti alle cose e alle persone.
La mindfulness ci toglie dal nostro “bozzolo mentale” per farci vedere la “vita come è”, e per farci sentire la meraviglia e la bellezza delle “piccole cose” della nostra esistenza.


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Mindfulness e Sport

La mindfulness è una tecnica essenziale per l’addestramento mentale di un atleta e sempre più casi e studi scientifici ne dimostrano l’efficacia per potenziare la performance in allenamento e in gara e per gestire l’ansia.

Finalmente se ne comincia a parlare anche in Italia. Ecco un articolo della Gazzetta dello Sport.

Oltre ad essere una straordinaria fonte di benessere, la pratica di Mindfulness permette di potenziare le nostre performance sportive, migliorando la nostra capacità di gestire l’ansia pre-gara.

da https://alimentazione.gazzetta.it/per-lo-sport/22-12-2019/mindfulness-e-ansia-pre-gara-essere-nel-qui-ed-ora-45489 .
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Quando il proprio respiro “non va bene”

A volte durante la meditazione possiamo sentire che il “respiro non va bene”, “che il respiro non è quello giusto” oppure proprio che “il respiro è doloroso”.
Molto spesso questo significa che non stiamo accettando il nostro respiro e vogliamo che sia diverso, lo vogliamo controllare.

Il primo punto da ricordare è che il respiro è sempre quello giusto: il nostro corpo sa come vuole e deve respirare.

In tutte le pratiche meditative della mindfulness si chiede di non modificare il ritmo del nostro respiro ma di osservarlo così come è.
Ma come spesso accade la cosa è “semplice ma non facile”.

La nostra mente ha la tendenza ha voler controllare, a confrontare “quello che è” con quello che “dovrebbe essere”. Anche la cosa così semplice come osservare il nostro respiro diventa un terreno in cui osservare la nostra mente giudicante.

Quindi accorgiamoci di questa tendenza e accogliamola: “Va bene, la mente pensa che il respiro non vada bene ma lasciamo andare i giudizi. Il mio respiro va bene così, comunque sia.

Osservare il proprio respiro senza modificarlo e senza giudicarlo sembra una cosa sciocca ma è il centro di tutta la meditazione di consapevolezza.

“il curioso paradosso è che quando accetto me stesso come sono, allora cambio”.

Carl Roger

Spunto da:
https://www.lionsroar.com/why-does-my-breathing-feel-uncomfortable-in-meditation/

La mindfulness aiuta chi assiste i malati di demenza o Alzheimer

La demenza e l’Alzheimer sono malattie sempre più diffuse in quanto la popolazione sta invecchiando. Molto spesso l’assistenza dei malati ricade, almeno in parte, sui familiari: i figli dei malati di demenza devono riuscire a combinare gli impegni lavorativi e familiari con la cura del genitore. Spesso questo impegno è causa di stress, tristezza e rabbia.

Degli studi scientifici mostrano come la mindfulness può aiutare i caregives (chi assiste i malati) a gestire le proprie emozioni e a vivere questa esperienza di cura in modo ricco e positivo.

La mindfulness aiuta i caregivers a sviluppare un atteggiamento di assistenza accettante e non giudicante, a rispondere a stimoli esterni, come ad esempio i problemi comportamentali, in modo meno reattivo e impulsivo, a sviluppare una maggiore pazienza. Aiuta inoltre ad essere consapevoli delle proprie reazioni inutili, dei pattern di pensiero automatico e a distaccarsi da questo pilota automatico per potersi relazionare in modo meno faticoso e più efficace.

Spunti da:
https://www.stateofmind.it/2019/11/caregivers-demenza-mindfulness/
(vedi qui i riferimenti agli studi scientifici)

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