La corsa consapevole è prendere la mindfulness e applicarla alla corsa. È definita come la capacità di lasciar andare le distrazioni e di connettersi mentalmente con il tuo corpo durante la corsa.
La pratica della consapevolezza si può applicare nella preparazione, nella corsa e nel dopo-corsa. La mindfulness è molto utilizzata in tutti i tipi di sport.
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È un po’ buffo che oggi, in tempi di quarantena e coronavirus, il Corriere dello Sport pubblichi un articolo sul mindful running: il correre in consapevolezza.
A parte l’infelice scelta temporale, il mindful running è una pratica di meditazione-corsa molto interessante ed è bello che il Corriere dello Sport dedichi spesso articoli alla mindfulness e allo sport.
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Per gli atleti a livello olimpico e paralimpico, l’attenzione mentale può fare la differenza tra salire sul podio o no.
Un articolo che descrive come il Sara Mitchell utilizzi la mindfulness per la preparazione mentale della sua squadra paralimpica di nuoto
“Spesso il lato fisico e quello mentale coincidono”, ha detto Danz. “[Quando] ti sembra di non poter più andare avanti, è in quel momento che devi attivare il lato mentale e in qualche modo continuare. Penso che a volte la battaglia mentale sia persino più dura di quella fisica. “
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Sempre più studi confermano che la mindfulness è di grande beneficio per gli sportivi sia in gara che in allenamento.
Con la meditazione mindfulness lo sportivo impara a non farsi distrarre da tutto ciò che lo circonda, si concentra solo sul “qui e ora” liberandosi dei pensieri negativi per ridurre lo stress e migliorare le prestazioni.
Una buona consapevolezza di sé aiuta lo sportivo (ma non solo) a prendere coscienza dei propri fattori di stress, a riflettere sulla situazione presente e a capire come agire in modo opportuno.
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La mindfulness è una tecnica essenziale per l’addestramento mentale di un atleta e sempre più casi e studi scientifici ne dimostrano l’efficacia per potenziare la performance in allenamento e in gara e per gestire l’ansia.
Finalmente se ne comincia a parlare anche in Italia. Ecco un articolo della Gazzetta dello Sport.
Oltre ad essere una straordinaria fonte di benessere, la pratica di Mindfulness permette di potenziare le nostre performance sportive, migliorando la nostra capacità di gestire l’ansia pre-gara.
La mindfulness è molto utilizzata dai giocatori di golf per migliorare le loro performance e il piacere di giocare.
Il golf è un gioco molto tecnico ed è legato alla consapevolezza del proprio corpo, equilibrio e stato mentale . Essere frustrati da qualsiasi aspetto delle prestazioni può avere un impatto negativo sul tuo gioco. Nonostante le sfide, devi rilassarti, rimanere concentrato e consapevole. Tutte cose che la mindfulness insegna a fare.
Questi punti si riflettono poi direttamente anche in tutti gli altri aspetti della vita tra cui, per esempio, il lavoro e la direzione di un’azienda.
Uno schema che mette in relazione la consapevolezza e la concentrazione: due aspetti essenziali della mindfulness. Potremmo dire che tutto il percorso della mindfulness si basa sul potenziamento di queste due caratteristiche.
Il grafico crea 4 aree: in alto, aree 1 e 2, ci sono gli stati di alta concentrazione. In basso, aree 3 e 4, ci sono gli stati a bassa concentrazione (o ad alta distrazione).
Poi a destra, aree 2 e 4, ci sono gli stati ad alta consapevolezza; mentre a sinistra, aree 1 e 3, quelli a bassa consapevolezza.
Ed ecco una breve descrizione dei 4 stati:
Flow – flusso: uno stato in cui non c’è un forte stato di consapevolezza ma un grande stato di concentrazione. Tipicamente è lo stato degli sportivi nei loro momenti migliori: totalmente concentrati in quello che stanno facendo senza un senso di farlo o di essere.
Mindful – presenza mentale: è lo stato a cui punta la pratica della mindfulness. Uno stato di concentrazione in quello che si fa ma anche di grande apertura della consapevolezza all’attività, all’ambiente e al nostro sé.
Mindless – assenza mentale, incoscienza: è lo stato in cui siamo distratti e con il pilota automatico. Per esempio guidiamo l’auto nel tarffico e la mente corre a pensieri di discussioni avute sul lavoro o a cosa preparare per cena o a immagini di pericoli che potrebbero cascare addosso alla nostra famiglia.
Creativity – creatività: è lo stato in cui non ci focalizziamo su un aspetto della realtà ma siamo anche molto consapevoli e “coerenti” nel nostro flusso mentale.
Ora la cosa più importante da sottolineare è che ogni stato va bene ed è bello e miracoloso.
Quello che la pratica della mindfulness vuole fare è gestire in modo cosciente le “aree”: posso scegliere di essere svagato e “mindless” non è un problema. Quello che forse è un problema è vivere quasi sempre nel 4 stato e poi, casualmente, finire brevemente in uno degli altri tre stati.